Negli ultimi anni quando leggo un romanzo, mi piace soffermarmi sulla sua ambientazione, faccio molto caso ai luoghi in cui si muovono personaggi e vicende, che considero parte integrante del racconto stesso.
Tra le mie ultime letture c’è Aspersa, un libro in cui la città di Cosenza è protagonista privilegiata.
Attraverso le parole, è possibile vedere un luogo, scoprirne i dettagli, viverlo. Aspersa fa questo: ci porta nel centro storico di Cosenza e ci svela dettagli che a volte passano inosservati, ci fa scoprire il cuore della città attraverso gli occhi di Bianca, una ragazzina con un’intelligenza unica, capace di catapultarci in una dimensione speciale della Città dei Bruzi. Descrizioni accurate, particolari che sfuggono a un occhio distratto che sono però l’essenza del territorio, quelle piccolezze che fanno di una città un luogo vivo, nel quale i suoi abitanti si confrontano e ogni giorno affrontano vicende e situazioni. Stefania Chiaselotti con il suo romanzo “Aspersa” edito da Pellegrini Editore, ci invita a guardare Cosenza da un’altra prospettiva, mostrandoci un volto inedito, filtrato da chi quel luogo lo sente parte di sé e riesce a trasmetterlo con una passione ed un sentimento fuori dal comune.
La narrazione è piacevole e scorrevole, dopo aver letto Aspersa viene voglia di vedere con i propri occhi quei luoghi, quelle piazze, il Duomo, i vicoli, le botteghe che costellano Corso Telesio. Cosenza Vecchia si mostra nel suo vestito più bello, quello semplice che somiglia a un antico borgo, dove tutti si conoscono, si stringono la mano, si aiutano e ci fanno ricordare che la vita del vicinato che sa di passato, è quella che più si avvicina al modo di vivere autentico, oggi scomparso nella frenesia delle grandi città. Nell’era del turismo lento ed esperienziale Aspersa ci prende per mano e ci accompagna nell’anima di Cosenza, dove resiste la genuinità dei piccoli centri abitati, la bellezza delle cose antiche e il desiderio di guardare oltre, per scoprire qualcosa di straordinario.