Ci sono storie che vale la pena conoscere e raccontare, persone e prodotti che rendono la Calabria (e il Sud in generale) un luogo magico, uno scrigno di tesori tutto da scoprire.

È il 2 dicembre e ci sono più di 20 gradi, sembra primavera qui sulla Piana di Sibari. Il cielo azzurro e terso si staglia sulle distese color oro dove dal 2004 viene coltivato il riso. Il riso in Calabria, un’intuizione geniale che sta dando i suoi frutti in termini di produttività e valorizzazione delle risorse del territorio. La coltivazione del riso in terra calabra era un’antica tradizione che grazie a tecniche innovative oggi rivive e si evolve.

Prima di prendere parte alla giornata speciale dedicata al riso di Sibari, lo avevo già mangiato altre volte, quando mi è capitato di trovarlo sugli scaffali del supermercato. Mi piace acquistare i prodotti della mia regione, per sostenere le attività del territorio, immaginando spesso le storie delle imprese che ci sono alle spalle.

Ad accoglierci al campo di riso c’è Maria Praino che con un sorriso contagioso inizia a raccontarci la storia dell’azienda di famiglia, con orgoglio e senso di appartenenza alla sua terra. Dopo qualche minuto ci raggiunge il papà Giancarlo che risponde a tutte le nostre domande e curiosità. Inizia così l’esperienza nei campi dove si coltiva il riso calabrese: ci vengono distribuiti i copriscarpa in modo da poter girare liberamente nella risaia e vedere all’opera la macchina che serve alla raccolta.

A pochi chilometri dai campi, la riseria dove abbiamo assistito al processo produttivo, passando dal riso grezzo fino al suo confezionamento. Mangiare una galletta di riso calda appena fatta non ha prezzo!

Il 2 dicembre per MAGISA sarà una data indimenticabile dal momento che è stata presentata la varietà JEMMA, un riso integrale con un contenuto maggiore di fibre, sali minerali e vitamine rispetto a quello raffinato. Il suo colore scuro denota la presenza di antiossidanti, in modo particolare gli antociani. Alla presentazione di JEMMA c’erano le tre sorelle Praino, Maria, Giusi e Sara, il cui acronimo forma appunto il nome MAGISA, il marchio commerciale dell’azienda, insieme al papà.

Ciò che mi ha colpito di questa giornata trascorsa nella Piana di Sibari è stata l’unione tra i vari operatori agricoli della zona. Abbiamo toccato con mano la produttività del territorio e il valore dei rapporti umani, fondamentali per crescere. Non solo riso dunque, ma bufale e prodotti caseari, clementine, olive e olio degni di nota, eccellenze calabresi che rendono l’area un concentrato di bellezza.

Credo che non dimenticherò mai la sensazione che ho provato nello stabilimento di Clemì dove vengono lavorate le clementine, quel profumo intenso di agrumi mi ha fatto esclamare “immagino che il Paradiso profumi così”.

Qui nella Piana di Sibari la parola d’ordine è autenticità, si percepisce nelle strette di mano, nella voglia di condividere i percorsi, nel coinvolgimento dei giovani figli nelle aziende di famiglia, tradizione e innovazione qui vanno di pari passo. L’azienda agricola Brandi ad esempio si occupa di produzione e lavorazione di olive da tavola e l’intuizione del giovane Claudio ha portato alla realizzazione di olive ripiene di mandorle, una vera delizia.

Ho percepito tanta bellezza durante questa giornata, il volto di una Calabria che vuole emergere e diventare di ispirazione per tutti coloro che credono in un futuro migliore per la propria terra, restando e godendo di tutti i doni che ci fa madre natura, come il clima che rende ogni prodotto unico.

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